Forex trading : cos’è e come funziona

Tutti gli investitori sognano di guadagnare soldi con il forex trading. Ma è facile fare soldi ? Possiamo dire che il Forex è un mercato molto redditizio ma bisogna affrontarlo con l’atteggiamento giusto e partire dalle basi. Bisogna, prima di tutto, imparare cos’è il trading sul forex, quali sono le migliori strategie e i vantaggi di investire sulle valute.

In questo articolo cercheremo di spiegare brevemente cos’è il forex trading per poi arrivare alla parte pratica con le strategie. Oggi siamo invasi di pubblicità di broker che propongono la loro piattaforma di investimento per investire nelle valute. Molti, però, non sanno cos’è il Forex nè come funziona, ecco perchè vogliamo fare chiarezza.

Forex trading : cos’è

Col termine forex si indica il Foreign Exchange Market ovvero un mercato finanziario in cui ogni giorno si scambiano valute al fine di ricavarne un profitto. Gli ultimi dati di testate economiche specializzate parlano di volumi di scambi che superano i 5 mila miliardi di dollaro al giorno.
Sono numeri che fanno capire perchè l’interesse attorno al Forex è così forte. Fino a qualche anno fa i grossi istituti di credito e le Banche centrali monopolizzavano il settore con scambi tra loro. L’arrivo della rete e delle connessioni veloce ha cambiato tutto ed in meglio per i piccoli investitori.

Sono arrivati i broker online
, società di intermediazione finanziaria che permettono a chiunque abbia un pc collegato ad Internet di fare trading sulle valute. Uno dei migliori è sicuramente 24fx (clicca qui per saperne di più), un broker autorizzato dalla CONSOB che offre condizioni di trading davvero conveniente.

Il funzionamento del Forex trading è molto semplice. Ogni giorno milioni di persone acquistano valute e le rivendono quando il prezzo va su per ricavarne un profitto. Tutto avviene in modo trasparente tramite le piattaforme di trading ed in modo simultanea.

Oggi valuta viene commerciata in coppia. Ad esempio il cambio euro dollaro è indicato dalla coppia (EUR/USD). Le coppie di valute vengono scambiate tra broker e dealer. Oggi i broker consentono anche a chi non ha capitali elevati e dunque agli investitori privati (detti trader retail) di fare operazioni sulle valute. Naturalmente per guadagnare non basta essere bravi dal punto di vista tecnico, occorre applicare delle strategie di forex trading che siano vincenti e che consentano di fare profitti sfruttando le oscillazioni delle quotazioni.

Il Forex è un mercato in cui le contrattazioni avvengono online quasi esclusivamente dunque è un mercato fortemente OTC (over the counter) in cui non c’è una sede fisica come può essere ad esempio la Borsa per i titoli azionari. Vediamo ora come funziona il mercato forex.

Mercato forex : come funziona ?

Il forex è un mercato in cui le quotazioni possono ambiare da broker a broker di pochi pips. Non ci sono enti che regolano il mercato dall’alto e dunque il Forex non è facilmente influenzabile. Le quotazioni delle coppie di valute sono influenzate da vari fattori economici così come dalle notizie o dagli annunci delle banche centrali.

Ma come funziona esattamente il forex trading ? Cerchiamo di capirlo con un esempio. Supponiamo di voler fare trading sul cambio euro dollaro.
EUR/USD ha una quotazione di 1,0030

La valuta EUR (euro) è detta valuta base, mentre USD (dollaro) è detta valuta quotata.
Il tasso di cambio indica quanti dollari ci vogliono per comprare 1 Euro, cioè la valuta base. Se volessimo invece fare l’operazione opposta di vendita il tasso di cambio ci indica che vendendo 1 euro si ricevono 1,0030 dollari americani.

In termini pratici oggi il trading si fa con i derivati. I broker mettono a disposizione strumenti derivati come i contratti per differenza (CFD) o le opzioni binarie. Un derivato replica esattamente l’andamento di un bene detto sottostante, nel nostro caso il cambio euro dollaro.

Quindi volendo fare trading sulla coppia EUR/USD non si acquistano fisicamente le valute ma si negozia sul prezzo sfruttando la leva finanziaria. In questo modo i trader possono investire un capitale sensibilmente inferiore, guadagnare di più e sfruttare i movimenti di mercato anche al ribasso.

Vantaggi del forex trading

Una volta capito cos’è il forex trading vogliamo capire perchè tutti sono interesati agli investimenti. Perchè dovreste voler investire nel Forex. Abbiamo evidenziato alcuni vantaggi che ti aiutano a capirlo:

  • Zero commissioni : per fare trading basta creare un account su un broker gratuitamente. I broker rispetto alle commissioni salatissime delle banche tradizionali non gravano di costi l’utente guadagnando sullo spread
  • Requisiti di accesso bassi: non ci vuole un capitale iniziale enorme per cominciare, basta aprire un conto di trading con poche centinaia di dollari
  • Leva finanziaria : il concetto di leva finanziaria merita un approfondimento, tuttavia è un meccanismo che permette di “muovere” capitali più alti di quelli effettivamente a disposizione
  • Possibilità di negoziare 24 ore su 24 : il mercato forex è sempre aperto grazie agli orari di aperture delle Borse mondiali
  • Mercato liquido : come abbiamo detto in precedenza ci sono molti soldi in giro e dunque tanta liquidità che fa in modo che ci sia sempre gente disposta a comprare e vendere

Questi sono alcuni dei vantaggi. Ci sono anche dei rischi ma ogni attività finanziaria non è sicura al 100%. Il trader vincente è colui che riesce a fare trading gestendo correttamente il proprio denaro e riducendo al minimo i rischi.

Strategie forex trading

Per iniziare a fare trading bisogna partire dalle basi e capire quali sono i concetti basilari, la terminologia e come funzionano i mercati. Basta questo per guadagnare? Evidentemente no, è fondamentale applicare le giuste strategie di trading che permettano di moltiplicare il capitale investito e fare soldi. Tutto dipende dagli obiettivi prefissati e dai margini che vi siete dati per investire oltre allo stile di trading.

Il trader più conservativo potrà investire nel lungo periodo, quello più aggressivo può utilizzare anche tecniche di scalping per fare migliaia di operazioni e guadagnare piccole cifre che sommate fanno un grosso profitto.

Non esiste una strategia nel Forex che vada bene per tutti. Ci sono tanti modi di guadagnare e tutti potenzialmente validi. Tutto varia a seconda del mercato di riferimento e alla propensione al rischio. Abbiamo riepilogato alcune strategie di trading di base con cui cominciare:

  • Trading su volatilità : è una strategia che molti utilizzano basandosi sui concetti di supporto e resistenza sui grafici. Si individuano i punti dei grafici in cui è alta la volatilità per poi individuare i punti che superano supporti e resistenza.
  • Price action : è una strategia che mira ad individuare un movimento senza indicatori del mercato per aprire posizioni. Questo significa che il trader basa le proprie decisioni confrontando il prezzo e senza fare uso di indicatori
  • Scalping : è una strategia per trader molto aggressivi che cercano di cogliere i movimenti piccoli di mercato aprendo centinaia o migliaia di posizioni per fare piccoli guadagni per singola trade. E’ consigliabile farlo su coppie in cui la liquidità è elevata
  • Trading sulla notizia : è una strategia che viene utilizzata sopratutto da chi privilegia l’analisi fondamentale. Si aspettano notizie economiche importanti come gli annunci delle banche centrali o i dati di uno Stato per aprire posizioni

Abbiamo visto delle strategie di base che potete approfondire per poter iniziare a fare trading forex. Naturalmente oltre alla formazione dovrete lavorare su voi stessi e sulla vostra psicologia. Il trader vincente sa infatti controllare ansie, paure ed emozioni e questo nessun corso di trading lo può insegnare.

È la calma prima della tempesta FED e Brexit

La mancanza di grandi catalizzatori di mercato prima della riunione politica di giugno della Federal Reserve e il referendum della Gran Bretagna sull’opportunità di rimanere nell’Unione europea, potranno probabilmente mantenere l’azionario traballante e i range di mercato abbastanza limitati nella settimana in corso, rendendo quindi i dati prossimi alla loro pubblicazione, ancora più rilevanti.

Inutile dire che l’azionario, durante la giornata di venerdì, ha chiuso al ribasso, dopo un dato sul lavoro più deludente del previsto, portando gran parte degli indici azionari a chiudere invariati.

I deboli numeri sul mercato del lavoro nella giornata di venerdì hanno sostanzialmente portato via un aumento di tassi di giugno dal tavolo, come è stato evidenziato nel forte calo delle aspettative di tasso durante la giornata venerdì, come misurato dai futures Fed-Funds.

Senza alcuna ombra di dubbio, gli investitori saranno alquanto ansiosi di ascoltare Janet Yellen, che terrà il suo discorso a Philadelphia questo lunedì. La Yellen, ha espresso lo scorso mese qualche incertezza circa la forza del mercato del lavoro, ma ha comunque affermato che un innalzamento dei tassi d’interesse potrà esserci nei prossimi mesi.

Sempre durante la sessione di lunedì, il presidente della Federal Riserve di Boston Eric Rosengren, un membro della FOMC, parlerà davanti ai partecipanti del meeting Global Interdependence Center a Helsinki, Finlandia.

Con la pausa tra i report degli utili, gli investitori si aspettano una prima tornata di dati economici in uscita durante la riunione del 14-15 giugno da parte della Fed, riunione che senza dubbio assumerà molta più importanza.

La Fed dipende infatti moltissimo dai dati macroeconomici, e ogni frammento di dato macro che verrà pubblicato durante questa settimana, sarà estremamente importante per la politica monetaria dei prossimi mesi. Fino a che non ci sarà una decisione su un innalzamento dei tassi d’interesse da parte della Fed, oppure sul referendum Brexit, ci dovremo aspettare un mercato azionario e forex estremamente volatile ed incerto.

I dati del credito al consumo di Aprile, che verranno rilasciati martedì promettono di essere tra i dati più da attesi dal grande pubblico. Nel mese di marzo, l’indebitamento dei consumatori è salito al ritmo più veloce in più di un decennio.

Paura Brexit, 23 Giugno data cruciale

Le possibilità che il popolo britannico voglia abbandonare l’Unione Europea, torna a preoccupare di gran lunga l’Unione Europea. Soltanto qualche giorno fa, i sondaggi per il referendum di Brexit, che ci sarà durante la giornata del 23 Giugno, mostravano i bookmakers abbastanza favorevoli alla permanenza dell’UE. Ma gli analisti hanno messo in guardia tutti nuovamente, prevedendo una volatilità sopra la media. Secondo i nuovi sondaggi condotti da YouGov per il network ITV, l’uscita dall’Europa sarebbe al 45%, mentre altri voterebbero per restare al 41%. La Sterlina è andata ai minimi delle ultime tre settimane, perdendo moltissimi pips contro gran parte delle valute, e oltre l’1% contro il dollaro.

Inutile dire che il nostro consiglio, da oggi fino al 23-24 Giugno, date che prevediamo saranno di massima volatilità dei mercati, è quella di ridurre la vostra esposizione sui mercati al minimo, in quanto prevediamo che la volatilità sul mercato forex e azionario possa raggiungere valori stellari, con grossi buchi di liquidità, in special modo durante la sessione del 23 Giugno.

La Generazione Y crede che guadagnerà cifre a 6 zeri e andrà in pensione a 90 anni

Prima di iniziare, una precisazione: con il termine Generazione Y (chiamata anche Millennial Generation) si definisce la generazione del nuovo millennio, ovvero coloro che sono nati tra la fine degli anni 80 e l’11 settembre nel mondo occidentale. Si tratta della generazione che è più familiare con la comunicazione, i media e le svariate tecnologie digitali. Si tratta di una vera e propria separazione rispetto alla Generazione X (quelli nati tra il 1963 e il 1980).

Ma cos’è che i millennials (Generazione Y) si aspettano dal futuro, quando si tratta di parlare di stipendi e pensioni?

Molti non si aspettano di diventare ricchi con la loro paga, mentre altri si aspettano degli stipendi da capogiro. I Millennials si aspettano inoltre che non riusciranno ad andare in pensione fino all’età di 80 oppure 90 anni, anche se alcuni hanno in realtà sperano di andare in pensione a sessant’anni, oppure hanno scherzato dicendo che avrebbero sposato un compagno/a ricco, smettendo di lavorare immediatamente.

E attenzione, molti hanno affermato che non credono che assumeranno un professionista che li aiuterà a prepararsi per la pensione. Questo potrebbe infatti confermare il perché sempre più robo-advisor vengono utilizzati ogni giorno.

In una ricerca pubblicata da Morningstar, un ragazzo di 21 anni che prevede di lavorare in finanza dice: “Quando circa si ha 30 anni, lo stipendio dovrebbe essere, diciamo di 100.” E si riferisce a circa 100.000 sterline all’anno.

Facendo un passo indietro da tale importo, un altro giovane dice che si aspetta “abbastanza per vivere, come forse 40 mila sterline l’anno. ”

E a proposito dell’età pensionabile stimata?

Una ragazza ha affermato ai microfoni che: “Posso supporre che, in quanto millennials, dovremo lavorare fino a che avremo circa 90 anni”.

È stato poi chiesto: “Che ne dite di un consulente finanziario per aiutarvi con la pianificazione della pensione?”

Una ragazza che ha intenzione di diventare una levatrice, ha affermato: “Realisticamente, non credo che spenderò il mio denaro in ciò, in quanto non avrei ulteriori soldi per pagare qualcuno”.

In conclusione

I millennials, a quanto pare hanno delle previsioni molto rosee e sono molto sicuri di sé anche per quanto concerne l’età pensionistica. Ma la domanda è questa: riusciranno i robo-advisor a sostituire la figura di un consulente pensionistico vero e proprio? A quanto pare, per adesso sì, ma le aspettative di questi giovani sono completamente sballate.

Com’è possibile aspettarsi di guadagnare così tanto, da dipendenti? I Millennials non sono a conoscenza del fatto che per fare 100 mila annualmente, l’unico modo è lavorare mettendosi in proprio? E che senso ha dire “100 mila a 30 anni”? Da quando in qua si chiede uno stipendio in base all’età raggiunta? Ci sono persone che hanno 60 anni e che non ricevono nemmeno la cosiddetta “minimum page”.

I nuovi business non vogliono pagare gli straordinari e le varie indennità. Più che 100 mila sterline/euro/dollari all’anno, molti di questi ragazzini dovranno considerarsi fortunati di avere anche solo un lavoro. Sognare è bello, ma conviene più essere realisti, il lavoro del futuro sarà part-time e con il reddito minimo.

Come ci si può aspettare di guadagnare cifre del genere, quando in realtà i ragazzini di oggi arrivano da un’educazione Universitaria molto lunga e costosa, ma con zero promesse per un lavoro futuro? Moltissimi, escono semplicemente indebitati dai prestiti studenteschi, che i loro stessi genitori avrebbero dovuto pagare.

Per non parlare del fatto che questi ragazzini che hanno un’età che può andare dai 15 ai 30 anni, è che spendono, e tanto. Con la tecnologia moderna, l’ego va alla velocità della luce, molto più veloce rispetto al valore reale che un bene materiale può avere, e tutto ciò costa un sacco di soldi. Tutti quei 9.99/mese aumentano la spesa. Stessa cosa per le automobili veloci, iPhone, vacanze lussuose e chi più ne ha più ne metta. I ragazzi vedono i propri genitori vivere bene, ma probabilmente gli ci sono voluti 30 anni di risparmi per raggiungere quel minimo di “lusso”.

Inoltre, c’è anche da sottolineare il fatto che una ricerca del genere, potrebbe anche non rispecchiare la realtà. Conviene forse chiedere alle migliore Università, Corporation, Investitori e altri importanti figure cosa ne pensano del futuro del proprio paese, piuttosto che ad una schiera di ragazzini con le idee poco chiare.

Un’altra cosa che forse questi ragazzi non hanno ben chiara, è l’aumento degli stipendi. Quello che hanno visto negli ultimi decenni è stato un aumento continuo degli stipendi, nonostante le varie guerre o bolle finanziarie. Una persona che magari non fa nulla tutto il giorno, giocando a tressette sul proprio computer, magari guadagna comunque tantissimo se lavora presso grandi aziende.

Ma cosa potrebbe succedere se la bolla degli stipendi dovesse esplodere, o meglio, correggersi?

Azioni Apple: quale futuro?

tim cook azioni appleLa morte del grandissimo Steve Jobs ha lasciato un grande vuoto in molti cuori ma anche ha scavato una voragine nei portafogli degli azionisti Apple. Le azioni Apple non sono più state le stesse dopo che il grande Jobs è passato a miglior vita. Il suo successore, il contestatissimo Tim Cook, magari ha la capacità di gestire il giorno dopo giorno, ma è completamente privo di ogni tipo di visione per il futuro. E Apple è diventata grande proprio per la visione del futuro che aveva Steve Jobs, non certo per la gestione quotidiana del business. E poi si sa, le questioni che più stanno a c..uore a Tim Cook sono ben altre. E ci fermiamo qui, perché questo è un sito di finanza non un sito di cronaca rosa omosessuale.

Ma allora qual è il futuro delle azioni Apple? Che cosa si devono aspettare gli azionisti? Per prima cosa, diciamo subito che una persona come Steve Jobs è unica, ne nasce una per secolo. Quindi gli azionisti Apple dovevano già aver messo in conto che con la scomparsa del grande leader le cose sarebbero andate peggio. Tuttavia Apple ha un grande patrimonio di idee e brevetti. Inoltre, il valore del suo marchio è innegabile, si tratta di uno dei marchi più pesanti al mondo. Questo capitale, eredità della gestione Jobs, consente ancora oggi ad Apple di essere una delle aziende tecnologiche migliori al mondo. Ma allora conviene investire in azioni Apple?

Il discorso non è semplice e ovviamente non diamo mai consigli operativi diretti. Sicuramente se l’orizzonte degli investimenti è ridotto a 2 o 3 anni, possiamo dire che Apple sarà ancora leader a livello mondiale. Se però si vuole puntare su un investimento a lungo termine, le cose cambiano. Il paragone più azzeccato potrebbe essere fatto con Nokia: nel momento in cui i cellulari iniziarono a diffondersi, Nokia diventò una vera e propria macchina da soldi, un’azienda che distribuiva dividendi ai suoi azionisti e ritmi pazzeschi. Poi che cosa è successo? Nokia ha perso il grande treno dell’innovazione, i cellulari sono diventati intelligenti e Nokia non lo ha capito per tempo. Risultato? Ha perso quote di mercato e la divisione cellulari è stata letteralmente svenduta a Microsoft. Un intero paese, la Finlandia, ha sofferto le conseguenze di questo drammatico errore di previsione.

E’ molto probabile che una crisi di questo tipo accada anche ad Apple nel corso dei prossimi anni. Non sappiamo quando, ma sicuramente la visione strategica di Tim Cook non è all’altezza delle sfide dei mercati globabi. Attualmente Apple vive grazie all’amore per il marchio di milioni di consumatori di tutto il mondo, amore frutto dell’impegno di una vita di Steve Jobs. Ma adesso che le redini sono passate al modesto Timo Cook, che tipo di amore per il marchio si può generare?

Un altro paragone molto interessante che possiamo fare è quello tra le azioni Apple e quelle di Yahoo: nel caso di Yahoo, si tratta di una delle compagnie che ha fatto la storia di internet, anzi possiamo dire che senza l’azione di Yahoo negli anni iniziali internet oggi non sarebbe come la conosciamo. Eppure le azioni di Yahoo sono in caduta libera, la società non riesce a generare profitti a sufficinte per ripagare gli azionisti dei loro investimenti. E questo tutto perché manca una visione sul futuro. La CEO di Yahoo, Marissa Meyes, è sicuramente meglio di Tim Cook (e noi la preferiamo decisamente a livello personale) ma alla fine condivide con lui lo stesso difetto: non ha una visione per il futuro. E questo significa declino e fine dei giochi.

Il fisco in Italia si mangia metà dello stipendio

In Italia, il Fisco è sempre più un problema, in quanto attualmente sta divorando addirittura circa metà della busta paga. Il lavoro è infatti in Italia ultra tartassato, in quanto il carico delle tasse, è incrementato tantissimo negli ultimi cinque anni: di 1,8 punti percentuali, arrivando da un carico fiscale del 47.2%, fino al 49% dell’anno scorso. Si tratta di un valore completamente fuori dal normale, un vero e proprio campanello d’allarme per quanto concerne tutti quei lavoratori dipendenti, che si sono visti tagliare a metà ciò che guadagnano, ovvero la busta paga.

Un cuneo fiscale molto importante, imponente, che mette l’Italia in un vero e proprio abisso di distanza rispetto alle altre nazioni europee. Si tratta di una tassazione inadeguata. Ma di cosa sta parlando Renzi? Le tasse, in Italia, sono estremamente alte, e non sembra esserci una via d’uscita.

L’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, conferma che l’Italia è al quinto posto, da cinque anni, per quanto riguarda i 34 paesi europei. Rispetto alla media dei paesi Ocse, che è di soltanto il 35,9%, il fisco italiano sulle buste paga è arrivato ad essere più pesante nel tempo del 13,1%. La forbice si è allargata pesantemente, di un punto percentuale rispetto al 2010.

Renzi, ma di quale diminuzione tasse vai parlando?

I paesi che hanno un carico fiscale superiore all’Italia, sono solo quattro. Stiamo parlando della Germania, Belgio, Ungheria ed Austria. Ma se si guarda oltre i semplici numeri, si capisce bene perché questi paesi pagano così tanto di tasse.

A Berlino, Vienna e Bruxelles, le decurtazioni nella busta paga sono pesanti, ma lo Stato funziona molto meglio, grazie ad un Welfare ben più efficiente. Negli altri paesi, il carico del fisco è pesante, ma gli stipendi sono ben più alti.

In Belgio, la tassazione è del 55,3%, ma il reddito netto è pari a 33 mila dollari. In Austria, c’è un cuneo fiscale pari al 49,5% ma l reddito sfiora i 35k dollari. In Germania invece, le tasse sono al 49,4% ma il salario è di poco più di 36 mila dollari.

L’Ungheria è un’eccezione, con una tassazione pari al 49% ma con uno stipendio annuo di circa 16 mila dollari.

In Italia, il reddito medio è di oltre 3000 dollari al di sotto rispetto alla media Ocse: 27.808 dollari contro 30.882 dollari.

Pier Carlo Padoan, e il governo Renzi, sembra però essere completamente discostato dalla realtà. in quanto è della scorsa settimana la nota dal suo dicastero, dove attribuiva al Governo Renzi, numerose misure di alleggerimento della pressione fiscale sui fattori produttivi: abolendo dunque il costo del lavoro dalla base imponibile IRAP già dal 2015, e con un super-ammortamento sugli investimenti in beni materiali strumentali dal 2016, riduzione IRES dal 2017, 80 euro del 2014, e tante altre fandonie, che in realtà sono solo degli specchietti per le allodole, per la carne di macello che è ormai diventata la popolazione italiana.